Della spesa non v’è certezza (assoluta)
Nel 2021, gli investimenti pubblicitari in Italia hanno raggiunto complessivamente circa 8,9 miliardi di euro, con una crescita del 13,5% rispetto al 2020. Di questi, il settore digitale ha rappresentato una quota significativa, con una raccolta di 3,777 miliardi di euro, pari al 42,5% del totale. Tuttavia, è cruciale ricordare che il ROI nel marketing digitale può variare significativamente in base a diversi fattori, e non sempre è possibile garantire un ritorno economico certo.
Si percepisce spesso un divario di conoscenze tra le aziende che non hanno ancora acquisito una piena consapevolezza del web marketing e faticano a fidarsi delle agenzie, e le stesse agenzie, che talvolta propongono soluzioni poco trasparenti o promesse difficilmente sostenibili.
Sebbene l’analisi dei dati sia un prezioso strumento, è importante ricordare che nessuno può prevedere con assoluta certezza il ritorno economico degli investimenti in comunicazione.
Vendere non dipende solo dalla comunicazione
Il web marketing è un mezzo per ottenere visibilità, ma non rappresenta l’unico fattore determinante per le vendite. Secondo la teoria delle Quattro P del marketing, il successo dipende da prodotto, prezzo, promozione e posizionamento.
Ad esempio, un prodotto deve soddisfare le esigenze dei consumatori: un prodotto di qualità scadente difficilmente troverà mercato, anche con la migliore strategia pubblicitaria. Allo stesso modo, il prezzo deve essere competitivo e rispecchiare il valore percepito dal cliente, mentre una distribuzione inefficace può vanificare qualsiasi sforzo di comunicazione .
Il web marketing è un mezzo per ottenere visibilità, ma non rappresenta l’unico fattore determinante per le vendite.
Il processo di vendita è infatti un meccanismo complesso che non può dipendere esclusivamente dalla comunicazione. Altre leve del marketing, come il prodotto, il prezzo e la distribuzione, giocano un ruolo cruciale. Ad esempio, un prodotto di qualità scadente difficilmente troverà mercato, anche con la migliore strategia pubblicitaria. Allo stesso modo, un prezzo non competitivo o una rete distributiva inefficiente possono minare il successo di qualsiasi campagna.
Il tabù del fallimento
Commettere errori e fallire sono spesso visti come tabù nella società odierna. Eppure, nel mondo del marketing e della pubblicità, l’errore non solo è inevitabile, ma può diventare un potente strumento di apprendimento e miglioramento. Dal Growth Marketing, che si fonda su sperimentazione e dati, al principio di falsificabilità di Karl Popper, è chiaro che provare, sbagliare e correggere è il metodo più efficace per crescere come professionisti (e come persone). Popper sostiene che il progresso scientifico si ottiene attraverso il rifiuto delle false teorie, piuttosto che la conferma di quelle vere, rendendo così il progresso scientifico un processo di eliminazione delle teorie erronee. Lo stesso vale per la comunicazione: come possiamo sapere a priori cosa funziona? Possiamo fare delle ipotesi, dobbiamo farle. Ma solo la prova sul campo, ci darà una risposta realistica ed utile, per riformulare o per confermare le nostre idee iniziali.
Il valore degli errori nel Marketing
Il marketing moderno si muove a una velocità incredibile. Nuove tecnologie, piattaforme e strumenti emergono continuamente, costringendo i professionisti ad adattarsi e sperimentare. Tuttavia, questo ritmo frenetico porta con sé il rischio di commettere errori, che possono rivelarsi insidiosi se non affrontati con un approccio sistematico.
Come si può affrontare un errore in modo costruttivo ed efficace? Vuol dire adottare un metodo che permetta di testare nuove idee, identificare rapidamente gli errori e implementarli come leve di miglioramento. Ad esempio, nella gestione delle campagne pubblicitarie, sbagli come la frammentazione eccessiva dei cluster pubblicitari o l’attribuzione scorretta delle conversioni sono comuni, ma possono essere evitati con una gestione più rigorosa e data-driven.
Bias e errori comuni: riconoscerli per evitarli
Tra gli errori più diffusi nelle strategie di marketing e advertising troviamo:
- Troppa frammentazione dei cluster pubblicitari
- La tendenza a suddividere eccessivamente i pubblici su piattaforme come Google Ads o Meta Ads può portare a dati frammentati e decisioni inefficaci. Un’analisi unificata dei dati può invece offrire insight più utili.
- Attribuzione delle conversioni e del ROAS
- Comprendere quali campagne generano reali risultati è cruciale, ma spesso viene fatto in modo impreciso. Una strategia di attribuzione ben definita è essenziale per ottimizzare il budget pubblicitario.
- Dati non affidabili
- Basarsi su dati incompleti o non statisticamente significativi può portare a conclusioni sbagliate. È fondamentale raccogliere e analizzare dati validi prima di prendere decisioni strategiche.
Best Practice per gestire gli errori
Un approccio sistematico agli errori può trasformarli in opportunità di apprendimento. Ecco alcune best practice per gestire efficacemente le sfide:
- Sperimentazione continua: lanciare test A/B e monitorare costantemente i risultati.
- Iterazione rapida: apportare modifiche veloci basate sui risultati dei test.
- Confronto con altri professionisti: la collaborazione e lo scambio di idee aiutano a evitare errori comuni e a implementare soluzioni innovative.
È importante sottolineare che campagne di dimensioni molto ridotte o con budget limitati spesso non generano dati statisticamente significativi. In questi casi, il fattore determinante diventa la fiducia nell’esperienza e nella professionalità delle agenzie.
Come professionisti del settore, lavoriamo per garantire che ogni risorsa investita sia utilizzata al meglio, costruendo una base solida di dati e intuizioni per decisioni strategiche future.
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